Fotografia di Contenuti
E’ difficile proporre una fotografia di contenuti, quando viviamo in una società che bada all’apparenza, molto più che ai contenuti.
La fotografia è per eccellenza il mezzo di comunicazione dell’immediato: una foto comunica più di mille parole. Questa facilità comunicativa è la sua forza e, per certi aspetti, anche il suo limite. La sua forza perché una foto ha un impatto istantaneo ed è in grado di comunicare a prescindere da lingua, da livello di maturità culturale, da estrazione. Il limite è della stessa natura del pregio: proprio perché c’è questo impatto visivo, è facile fermarsi alla sola apparenza dell’immagine.
Una fotografia di contenuti non è semplice da fruire, perché presuppone una capacità da parte di chi guarda di saper andare oltre l’impatto dell’apparenza e quindi di possedere una capacità di approfondimento visivo, che si basa su un livello di maturità personale e, per certi aspetti anche culturale, non banale.
Fotografia di Matrimonio e di Contenuti
Proporre una fotografia di contenuti per un matrimonio è maggiormente difficile, perché la fotografia di matrimonio è rivolta a tutti, al contrario di altri tipi di fotografia. La fotografia di matrimonio è un’offerta professionale a pagamento rivolta al vasto pubblico. E il vasto pubblico è composto, probabilmente in massima parte, anche da clienti dai gusti con margini di affinamento. Il vasto pubblico è lo stesso che rende possibili, ad esempio, i fenomeni televisivi di non-cultura nazional-popolare. Mi vengono in mente i programmi contenitori del nulla della Domenica pomeriggio o i vari reality: funzionano perché c’è qualcuno che li guarda. Stesso motivo per cui hanno successo i fast food: dove latitano riferimenti migliori, la mancanza di sostanza non solo diventa abitudine, ma finisce per appiattire il gusto e la percezione stessa di dove si colloca l’asticella di accettabilità.
Il tentativo di proporre una fotografia di matrimonio di contenuti e non di apparenza presenta quindi una serie di difficoltà. Difficilmente si è nel mainstream con questo tipo di fotografia, perché non si va con le tendenze del momento, con la moda che per definizione consiste nell’apparire. Di contro, le proposte il cui contenuto stesso consiste nell’apparenza hanno lo scopo di appagare la vista del grande pubblico e finiscono per avere una probabilità di successo commerciale superiore. Perché viaggiano sull’onda di ciò che viene passato dai social, dagli influencer, dalle riviste, dal mainstream (appunto) in generale.
Il Significato della Fotografia di Matrimonio
Alla fine, si tratta di identificare il proprio mercato e sperare di raggiungerlo. Ad esempio, ho notato come il cliente che privilegia i contenuti sulla forma, nella fotografia del suo matrimonio, sia un cliente con un buon livello di autostima e di fondo soddisfatto della propria vita. Che valorizza la propria giornata nella sua interezza, nel bene e nel male, rispetto alla forma delle fotografie in se, intesa come adesione ad un certo stereotipo modaiolo. Disposto a correre il rischio che nelle foto del suo matrimonio la sua giornata reale prevalga sulla giornata perfetta intesa come il ‘più bel giorno della sua vita’ della retorica matrimoniale. E questo “rischio” lo corre chi è certo che sarà della giornata reale, che vorrà ricordarsi. Chi è certo che la sua giornata sarà caratterizzata da contenuti emozionali ed affettivi il cui ricordo vale molto più di qualsiasi forma estetica predeterminata e stereotipata.
E qui entra in scena il fotografo. Perché in questo caso il mestiere del fotografo come lo intendo io è quello di raccontare la giornata dei propri clienti nel miglior modo possibile. Di far rendere al meglio contenuti non suoi. Dare una buona veste grafica a ciò che osserva, ma che non ci mette lui. I contenuti sono quelli del cliente, la giornata del cliente, della sposa e dello sposo.
Il Buon Reportage di Matrimonio
Per un fotoreporter fare una buona foto consiste nel fare rendere al meglio contenuti non suoi tramite l’osservazione, la composizione, la gestione della luce, tramite le normali tecniche fotografiche. Applicare queste tecniche a qualcosa che non è previsto e che non è prevedibile. Certo, un matrimonio è un matrimonio e, per quanto personale degli sposi, un canovaccio di massima finisce sempre per seguirlo. Ma ad esempio, per quanto mi riguarda, quando esco di casa per un servizio non so mai come saranno le foto che farò. Questo è anche il bello di questo lavoro, che mi tiene sveglio e che mi da interesse. Se uscissi di casa sapendo di dover fare le solite foto con lo stampino, probabilmente avrei già cambiato mestiere.
Tra l’altro, a mio avviso, la fotografia di reportage proprio per il suo scopo di fare rendere al massimo, col miglior impatto possibile, contenuti che non sono del fotografo, è una fotografia non interpretativa. Questo recepimento di contenuti dall’esterno funziona tanto meglio, quanto più la fotografia è svuotata dall’ego del fotografo. Perché l’ego è una briglia per la creatività. Il bravo fotografo tanto meno agirà nelle briglie del proprio egocentrismo, tanto meglio saprà fare il suo lavoro di reporter e di produrre foto buone per i propri clienti.
Lo so, è un discorso forse un po’ filosofico. Ma che se ne sia consapevoli come no, ha un risvolto anche in quello che sembrano le semplici, o forse no, foto di un matrimonio.
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Complimenti. Articolo che spiega perfettamente il lavoro di fotografo di reportage matrimoniali. Grazie. Un’ispirazione in più…